contrattidiscQuando si arriva alla firma di un contratto con un’etichetta discografica, un passo significativo in avanti è stato ormai fatto. Ma il contratto da solo non garantisce niente in termini di futura carriera per un’artista. Significa per lo più che da adesso vi verranno riservate dall’etichetta alcune possibilità per mettervi in evidenza in ambiti più professionali. Significa che all’uscita futura del vostro disco farete:

1) Un bel po’ di intervistine radiofoniche qua e là per l’Italia.
2) Poi, forse,parteciperete a qualche spettacolo televisivo, non certo del sabato sera…
3) Parteciperete sicuramente a manifestazioni canore varie.
4) Un video?? (Diciamo meglio qualche servizio fotografico)
5) Le percentuali riservate a voi nella vendita dei dischi si aggireranno verosimilmente tra l’uno e il due per cento, escluse diverse migliaia di copie che l’etichetta discografica riterrà devolute a fini pubblicitari e quindi non retribuite per voi.
6) Ingaggio economico iniziale per voi pari a zero assoluto.
7) Sarete impegnati con loro per un  periodo di tre o cinque anni e non potrete dare i vostri brani ad altri se non per loro concessione, e tanto meno stipulare contratti con altre case discografiche.

Insomma, un po’ come facevate prima, solo che adesso le spese sono a carico loro e sarete però completamente tutelati (o meglio...sotto la loro tutela). Avrete la possibilità di fare delle registrazioni per finalità CD ma la qualità e la spesa che faranno varierà di molto.

Tutto qui. Nient’altro. Se non riuscirete ad avere il favore del pubblico alle prime uscite e al primo CD (un brano singolo in genere) vi aspetta un bel calcio in culo. Ed ecco che magicamente ricomincerà tutto daccapo: “il dottore è fuori stanza…” . Fine, sparito, dissolto, anche se fino a pochi giorni prima era quello che vi chiamava 34 volte al giorno.

Non ci credete? Provate a fare il conto di tutti gli esordienti che sono arrivati a cantare al Festival di Sanremo. Il 99,9 per cento dopo una settimana di orgasmo mediatico,sono ritornati nel buio totale. E nella stragrande maggioranza dei casi sono ritornati in depressione totale con l’unica prospettiva di ricominciare tutto da capo.

Questo potrebbe sembrarvi un discorso un po’ pessimista.

No, è solo realista.

Ed è onesto.

(Federico Capranica)

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