Lucio Battisti Foto 4

Lucio Dalla è nato il 4 marzo 1943. E infatti ci ha scritto la canzone della sua vita. Il giorno dopo è nato Lucio Battisti, che ci ha scritto le canzoni della nostra vita...                      Scusate l'arzigogolo letterario, ma lui veramente ha scritto le canzoni che abbiamo amato di più. Se scrivo l'elenco solo di quelle belle, facciamo notte. Se scrivo solo di quelle brutte, la scheda è già finita. Allora cominciamo da altre cose: la voce.Sgraziata, senza né basse né alte, senza volume. Il contrario di un cantante. Forse più brutta di quella di Pino Daniele,se é possibile. 

Il modo di cantare? Fantastico. Lucio, appassionato di Rhythm & Blues, canterà "Un'avventura" in coppia con Wilson Picket a Sanremo nel '69. Un modo di dividere rirtmicamente le melodie, che era un po' troppo avanti nel tempo, se pensiamo chi erano i cantanti in voga nel 1960: Tajoli, Sergio Bruni, Modugno. E, infatti, i critici musicali di allora gli facevano due palle così, che non aveva voce, che era troppo qui e troppo là. Ma si sa, chi fa il critico musicale lo fa perché non è riuscito a fare musica. Almeno tranne pochissimi casi, è sempre così. E Lucio, oltre che sgraziato e spettinato, era pure drammaticamente timido. Più in là con gli anni poi, pure un po' cicciottello: Una frana totale per i media, che già allora, imponeva i falsi idoli. Insomma questo non sapeva mai che cosa rispondere alle critiche, se non diventare rosso e bofonchiare qualche monosillabo. Ora che sono tutti morti, si può affermare che quelli sono sprofondati nel dimenticatoio, Lucio Battisti nella storia. E ancora oggi, nei negozi di dischi, continua a vendere più di tutti.

Battisti Foto 1

Insomma, gli hanno rotto così tanto le scatole, che a metà degli anni '70 sparirà, così come Mina, dagli schermi e dai giornali. Basta interviste scemette e ospitate nei programmi TV. Vaffanculo. Da allora, ogni anno un disco, come Mina continua a fare ancora oggi e ogni anno un successo, anche senza apparire mai. Nel 1998 poi, se ne va pure da tutto il resto. A Poggio Bustone, dove era nato, gli hanno fatto il monumento. Alla SIAE, che con Battisti ha incamerato qualche centinaio di miliardi, manco due righe. Ammazza che fenomeni alla SIAE..

Nel '63 era scappato da Poggio Bustone, Che sta vicino Rieti, alla volta di Milano. Fatto un provino in una casa discografica, entra nella scuderia BMG, che gli affianca un paroliere, Giulio Rapetti, in arte Mogol. Simpatico come un calcio agli stinchi, Mogol è però un paroliere di grande stoffa. Insieme scriveranno tutti i più bei pezzi. Litigheranno dopo vent'anni, credo per questione di soldi, che non si capisce come si fa a litigare, visto che ne avevano fatti a tonnellate. Boh...

Battisti Foto 3

Dopo la rottura con Mogol, Battisti si fa fare i testi dalla moglie, che non li sa fare. Allora un bel giorno stringerà un sodalizio con Panella, autore ermetico, ma così ermetico, che è meglio che si chiude a casa da solo e butta via la chiave. E proprio in tutto quest' ultimo periodo, Lucio decide pure di cambiare la cifra compositiva musicale. Detto da lui: "...quando una melodia mi sembra piacevole, la butto". Questo comporta la fine inevitabile delle belle canzoni. Ma sono solo gli ultimi tre o quattro dischi che sono da buttare. Il resto della sua storia è un esempio unico di autore prolifico e sempre ben ispirato.

C'è solo un periodo, nel '74, che corrisponde al disco "Anima latina", dove lo sperimentalismo gli aveva preso un po' la mano, complici i musicisti della PFM che suonano in questo strambo progetto da lui fortemente voluto. Ma comunque mica è malaccio.

Senti qui...Il salame

Battisti Foto 2

E poi quello era il periodo del Pop inglese, e quindi anche le canzoni di Lucio perdono la struttura canonica per cercare forme più complesse e anche volutamente squinternate. Tornerà ben presto alla struttura originale che aveva praticato  con più naturalezza e bravura.

Del resto, non è detto che per fare musica nuova bisogna completamente sfasciare le forme e le strutture del passato. Spesso, nello sfasciare le forme, si nasconde la mancanza di di sostanza vera. Lo si è visto spesso, nel Jazz soprattutto, ma anche nella Classica e nel Rock.

Lucio Battisti è stato innovativo anche lui. Proprio nella forma della canzone. In quel periodo, negli anni '60, spopolava il "giro di do". Cioè la sequenza degli accordi Do, La minore,Re minore (o Fa) e Sol, ripetuta per tutta la canzone. Sono così sia le canzonette sceme come "Con te sulla spiaggia", sia quelle più ispirate di Paoli come "Il cielo in una stanza". 

Lucio introdurrà il ciclo dei "tre accordi" ( Do,Sol,Fa,Sol). Su questa sequenza e su quella di tre accordi di varia natura, ha scritto decine di successi, da "La canzone del sole" a quella più blues "Il tempo di morire", a "Con il nastro rosa", "Il mio canto libero". A questo modulo compositivo affianca spesso anche canzoni con melodie più aperte, quasi "sfacciatamente liriche" come "Mi ritorni in mente" o "Vento nel vento". Nei suoi dischi è sempre un altalenarsi di vari moduli compositivi, sempre azzeccati e intriganti. Quindi anche lui ha dato il suo apporto allo sviluppo della forma della canzone in Italia.

Si è avvalso poi del contributo di abili musicisti al suo fianco, come la Formula 3, all'inizio, poi la PFM.  Di arrangiatori di raffinata e consumata bravura, come Reverberi ("Emozioni") e di Geoff Westley poi (i dischi "Una donna per amico" e "Una giornata uggiosa"). Questo perchè Battisti era buon amante della musica. E la musica si fa coi musicisti bravi.

L' ho sentito cantare e suonare la chitarra, da solo, in una trasmissione TV "Il tempo di morire": non c'era bisogno della batteria elettronica, per chi cantava e suonava così...

Lo abbiamo amato, Lucio. Lo faranno i figli dei nostri figli. Succede a pochi, questa cosa.

(Federico Capranica)

Battisti Foto 3

 

 

 

 

 

Copyright @ 2011 - La Fabbrica Della Voce - P.IVA 10639761005