Nel mondo dei cantanti ci sono alcuni personaggi che, pur non avendo alle spalle una discografia molto ampia lasciano un segno indelebile, e vengono adottati da generazioni di cantanti come modelli. È il caso di Rachelle Ferrell, cantante (nera) americana: esordisce con un disco di standard jazz a suo nome, e diventa immediatamente un “caso”. Sarà perché è dotata di una tecnica vocale pazzesca, di una estensione enorme, che usa “sfrontatamente” sparando a mitraglia sovracuti durante i temi e le improvvisazioni, o forse perché in questo disco affronta con grinta da fuoriclasse temi “sacri” come “Autumn Leaves”,
...You don t know what love is o “My funny Valentine” appannaggio delle grandi interpreti storiche (Ella o Sarah), aggiungendo un “mattoncino” alle possibilà di interpretare uno standard.
Insomma quasi non esiste cantante jazz, in erba o esperta, che non conosca a fondo questo disco, che non abbia provato nei suoi esperimenti vocali ad avvicinarcisi, un pò come chi, volendo cantare musica pop nera, non può non fare riferimento a Whitney o ad Aretha.
Forse il “finale” più gettonato degli ultimi tempi è quello di...Bye bye blackbird, swingone tradizionale di Davisiana memoria in cui Rachelle fa anche uno “scat” innovativo e pieno di energia.
I suoi due dischi successivi, a parte collaborazioni di rango come quella sul disco di Quincy Jones, “Jook Joint”, a fianco del gruppo vocale Take 6, in una versione da favola di “Moody’s mood for love”, sono decisamente in un'altra direzione.
Si dice tra l’altro che abbia avuto grossi problemi con la sua etichetta discografica e questo abbia rallentato molto la sua produzione. L’ultimo...Individuality (can i be mine)” è davvero bello, in uno stile pop-soul, molto raffinato e “black” , dove si sentono riferimenti musicali presenti in Lenny Kravitz come in Erika Badu.
Ascoltatevi a tale proposito il brano iniziale che da il nome al disco “Individuality..”
In conclusione, penso che Rachelle sia così apprezzata e dunque importante perché è un ponte tra la black music e il jazz, e dimostra a tante cantanti che si possono avvicinare a quest' ultimo senza “rinnegare” quello che hanno cantato ed ascoltato fino al giorno prima.
E non è poco.
(Pierluca Buonfrate)