Il suo soprannome era “la divina” e se lo meritava tutto….
Nata nel 1924, fece la sua prima apparizione alla solita serata del dilettante all’Apollo Theater di Harlem e manco a dirlo fece venire giù il soffitto cantando “Body and Soul” .
Il pianista Earl Hines (uno dei “padri”del Jazz), la sentì e la prese subito nella sua orchestra dove già cantava Billy Eckstine, che allora andava per la maggiore, e dove suonavano Charlie Parker e “Dizzie” Gillespie (due a caso…).
Con loro Sarah continuò a cantare anche quando Eckstine si mise per conto suo (dopo un po’ fanno tutti così) e con questa formazione registrò i suoi primi brani tra cui “A night in Tunisia” di Gillespie. A quel punto la divina era già nell’olimpo del Jazz, e da lì in poi cantò con tutte le formazioni del tempo, da Count Basie a Quincy Jones, e per tante case discografiche di Jazz, dalla Mercuri alla Verve, alla Pablo, dove negli anni ’80 registrò uno storico “Songbook” di Ellington dal quale ho scelto un pezzo che sottolinea tutta la sua anima nera e blues…Ain t nothing but the blues
Sarah era dotata di un’ estensione di tre ottave (di solito le donne arrivano a malapena a due), dunque aveva una varietà di suono e di timbro impressionante, passando da un suono da “ballad” quasi lirico…All the things you are (avrebbe potuto tranquillamente fare la cantante lirica) ad uno graffiante, swing, con improvvisazioni da sassofonista.
Nello “scat” di Sarah c’e’ una padronanza dell’armonia del pezzo assoluta, tanto che raramente si “appoggia” al tema (un “luogo” solitamente piuttosto sicuro…) ma spazia a suo piacimento.
Qui prende in giro la sua collega-rivale Ella Fitzgerald in uno dei suoi famosicavalli di battaglia
…How high the moon, imitando il suo stile e proseguendo col proprio…
Potete ben immaginare i quintali di musica che un’artista del genere ha registrato in 50 anni circa di carriera….Cominciate con una raccolta, magari della Verve (tipo Jazz Masters n.18), poi qualche disco con l’orchestra di Count Basie, poi magari i due dischi su Ellington della Pablo (1980).
Tanto poi vi viene voglia…..
(Pierluca Buonfrate)