Caetano Veloso racconta che un suo amico un giorno, facendogli ascoltare un disco di Joao Gilberto, gli disse : ”…tu che ami le cose pazze,.devi assolutamente conoscere questo tizio, è stonato come una campana, l’orchestra va da una parte lui dall’altra…”
E’ proprio da questo momento che la Bossa nova e la musica brasiliana subiscono un grande sviluppo e un processo radicale.
Ho voluto citare queste parole per introdurre il tema portante del nostro viaggio che ci porterà a comprendere l’importanza e il fascino della cultura musicale brasiliana in particolare della Bossa nova.
Joao Gilberto, con la sua personalissima e penetrante interpretazione dello spirito del samba, grazie ad un ritmo alla chitarra tecnicamente semplice ma musicalmente assai complesso, catalizzò gli elementi detonatori di una rivoluzione, favorendo la piena maturazione del lavoro dei suoi compagni generazionali: (Antonio Carlos Jobim, Carlos Lyra, Newton Mendonca, Joao Donato, Ronaldo Boscoli), e aprendo la strada ai giovani in arrivo:Roberto Menescal, Sergio Mendes, Nara Leao, Baden Powel, ecc…
Il suo lavoro ha dato senso e coerenza anche alle ricerche di quei musicisti di talento che, fin dagli anni quaranta avevano tentato di modernizzarsi attraverso l’imitazione della musica americana: (Dick Farney, Lucio Alves, Jonny Alf).
Joao Gilberto valorizzò la qualità delle loro creazioni e la legittimità delle loro aspirazioni , ma nel contempo li superò tutti, dimostrando di padroneggiare alla perfezione le tecniche del cool jazz da lui usate per meglio ricollegarsi a ciò che riteneva la massima espressione della tradizione brasiliana.
Questo richiamò l’attenzione di musicisti eruditi, poeti all’avanguardia e maestri di batteria e percussioni delle scuole di samba. “Joao ma che stai suonando?”, chiede Jobim ascoltando per la prima volta l’insolito ritmo del futuro e magico interprete delle sue canzoni più belle. “L’ho preso dai movimenti delle lavandaie di Juazeiro” è la risposta bizzarra, enigmatica ma assolutamente seria. Una frase che va dritta al cuore all’intimità della musica brasiliana, perché la sensualità femminile ne è parte costitutiva.
“Non c’è dubbio, il samba è stato ispirato dalle mulatte carioca”, sosteneva,tanti anni prima,un grande maestro del samba degli anni trenta come il compositore Noel Rosa.e basta pensare all’esempio clamoroso della ragazza di Ipanema, l’adolescente che ha ispirato, con le sue movenze, Vincius de Moraes e lo stesso Jobim per una delle loro creazioni più famose, “A Garota de Ipanema”( La ragazza di Ipanema).
Joao Gilberto ha fatto la stessa cosa: lungo il rio San Francisco, a Jazeiro, la città dove é nato, ha guardato, ascoltato e studiato la camminata di quelle donne con il cesto della biancheria in testa. Ha ripetuto mentalmente la loro cadenza fino farne una danza, la rappresentazione visiva di un intreccio di accordi che avrebbe cambiato la grammatica, le regole, gli atteggiamenti e lo stile della musica brasiliana e non solo... Esempio
Il fascino e il segreto della celebre battuta della chitarra di Joao Gilberto…
sta proprio nella sua capacità di essere una sintesi perfetta fra classicità e modernità.
Nell’idea di trasferire il motore ritmico delle scuole di samba delle percussioni travolgenti (che nelle sfilate di carnevale, arrivano a tremila , quattromila tamburi che suonano tutti insieme allo stesso tempo), a uno strumento armonico, capace di scandire il tempo , ma anche di vestire la musica.La chitarra, (quella acustica ,ovviamente), diventa l’anima, la spina dorsale. E la rivoluzione avviene proprio mentre un’altro tipo di chitarra (quella elettrica), diventa la bandiera del rock e sconvolge il panorama del pop anglo-americano).
Ma di più: Joao aggiunge, alla novità strumentale, un altro cambiamento radicale, una forma vocale: Corcovado Garota de Ipanema
Forma vocale che pure ha i suoi riferimenti in cantati tradizionali come Mario Reis, Lucio Alves, Orlando Silva) anti-melodrammatica, cool, ma non priva di calore umano, senza demagogia espressiva, senza virtuosismi, che sa accogliere i suggerimenti del jazz cantato morbido, senza enfasi di Billie Holiday e Chet Baker).
(Luca Scorziello)