I Creedence Clearwater Revival coniarono un linguaggio unico con radici nella musica blues e cajun della Louisiana. Sposarono i ritmi delle "paludi" con le melodie del folk-rock e lo spirito di Bob Dylan. In qualche modo quella fusione creò uno stile semplice e orecchiabile che rappresenta la quintessenza della musica americana. I fratelli Fogerty, John (canto, chitarra) e Tom (chitarra), erano in realtà cresciuti a Berkeley, nella San Francisco Bay Area, e avevano militato fin dal 1959 in un complesso di rhythm and blues (Tommy Fogerty & the Blue Velvets), pubblicando alcuni 45 giri a partire dal 1964, negli anni "caldi" della British Invasion. Nel 1967 cambiarono nome in Creedence Clearwater Revival e pubblicarono due cover di Jay Hawkins, "Suzie Q" e "Put A Spell On You", che li catapultarono subito in classifica. Sono i cardini del primo album, Creedence Clearwater Revival (Fantasy, 1968).

Il segreto della loro musica stava non tanto nelle melodie quanto nei ritmi. Il ritmo era stata la grande riscoperta di quegli anni, grazie al "blues revival" che veniva da Chicago e che aveva messo piede nella stessa San Francisco. Il folk-rock, il surf e l'acid-rock avevano per lo più lasciato in secondo piano il ritmo, ma il blues revival stava riportando prepotentemente in primo piano la "groove". I CCR puntarono proprio sulla "groove".

John Fogerty iniziò a comporre materiale originale, lasciandosi alle spalle le cover che lo avevano educato. John compose tutti i classici del 1968-70, definendo un sound che scaturisce dalle blues jam, dalle ballate talking di Dylan, e dai trip lisergici della Baia; che si addolcisce con il country chitarristico del Sud e che si rigenera al ritmo di palude della Louisiana; e, concentrato in pillole di emozioni epidermiche, si insinua in un limbo senza tempo del folklore.

Bayou Country (Fantasy, 1968) e` un album molto più robusto. Annovera innanzi tutto la loro canzone più celebre...Proud Mary (vi ricordiamo che è tra le basi femminili, qui nel sito) che, facendo leva su un ritmo febbricitante, funse da ponte tra lo spirito festoso del folk-rock e quello cupo del blues-rock, e altri brani costruiti sulla groove, come Bootleg e Graveyard Train, blues delle paludi dai toni sinistri che si affidavano a una pulsazione forte e sinistra, quasi tribale in Born On The Bayou. La chitarra aveva un compito puramente atmosferico: non solo gli assoli erano limitati a pochi secondi, ma la sezione ritmica era in primo piano.

Green River (Fantasy, 1969) continuò la progressione verso quel sound tetro e torbido con Lodi (1969), una miscela di elementi blues e gospel accelerata secondo la stessa prassi di "Proud Mary", "Bad Moon Rising", sempre più immersa in sinistri incubi voodoo, "Green River", la prova generale per "Run Thru The Jungle", e "Tombstone Shadow". John Fogerty era la linfa vitale del complesso, con la sua voce marziale, cupa e un po' roca, il cui tono oscillava da vero bluesman del Delta a profeta apocalittico. Fogerty esibiva però la tendenza a ripetersi, ad auto-citarsi, a sfruttare all'infinito riff, ritornelli e cadenze celebri delle sue canzoni, e per questa ragione la sua gloria resta affidata a poche geniali idee, più che a un opus sostanzioso.

Willy And The Poorboys (Fantasy, 1969), un concept dedicato alla classe proletaria, fece leva su canzoni meno ossessive e su testi più realisti. Le standout sono "Down On The Corner", quadriglia sincopata e caraibica, e "Fortunate Son", primo dei loro tre grandi rock and roll acrobatici.

Cosmo's Factory (Fantasy, 1970), probabilmente il loro capolavoro, punta fin da "Ramble Tamble" sulle cadenze viscerali e trascinanti del blues del Delta e sulle atmosfere inquietanti dei rituali della jungla. Nasce cosi` "Run Thru The Jungle", l'incubo più tetro e ipnotico della loro carriera. Ma il gruppo ha raggiunto la maturità nel reinterpretare la tradizione e lo dimostra con "Travelin' Band", secondo dei loro grandi rock and roll, "Looking Out My Backdoor", ragtime orecchiabile ed effervescente, "Up Around The Bend", ruggente shout a ritmo boogie, e "Who'll Stop The Rain", gospel accelerato su un incalzante jingle-jangle.

Pendulum (Fantasy, 1971) sembra quasi la brutta copia del precedente. Fogerty ricopia uno per uno quei classici. L'unico degno degli originali è "Have You Ever Seen The Rain", nel tono vaticinante di Dylan. "Molina", "Hey Tonight", "It's Just" "A Thought" e "Hideaway" sono brillanti ma generiche canzoni roots-rock. Il gruppo esaspera gli elementi che hanno reso grande il disco precedente nelle lunghe Pagan Baby e Born To Move. Ciò nonostante, l'album divenne il best-seller del gruppo. Tom Fogerty aveva già lasciato il gruppo (morirà di tubercolosi nel 1990).

Il gruppo si sciolse dopo il mediocre Mardi Gras (Fantasy, 1972), che contiene "Sweet Hitch-hiker, ultimo dei loro grandi rock'n'roll.  In quegli anni i CCR dominarono le charts dei 45 giri, pur non essendo affatto un gruppo commerciale. Fatto è che avevano coniato un linguaggio in cui l'americano medio si identificava subito, prototipo del rock per famiglia dei '70.

Chronicle (Fantasy, 1976) e` l'antologia degli hit.

John Fogerty lanciò la carriera solista con due album su cui suonò tutti gli strumenti: The Blue Ridge Rangers (Asylum, 1973), tributo agli eroi della musica country Hank Williams, Jimmie Rodgers e John Fogerty (Asylum, 1975), sul quale compaiono due discreti rock and roll, "Rockin' All Over The World" e "Almost Saturday Night". Il terzo album, Hoodoo, rifiutato dalla casa discografica, rimase inedito, e Fogerty si ritirò dalle scene. Tornò in sala d'incisione dopo dieci anni e fece centro. Centerfield (Warner, 1985) fu un grosso successo, grazie soprattutto alla verve di "Rock And Roll Girls" e "The Old Man Down The Road", una palese revisione di "Run thru the jungle" per la generazione che si era perso l'originale. Eye Of The Zombie (Warner, 1986), però, fu un'altra delusione, nonostante "Sail Away" e "Change In The Weather". Dopo dieci anni di assenza dalle scene, Blue Moon Swamp (Reprise, 1997), contenente tiepide ballate blues-rock come "Swamp River Days", "Southern Streamline" , "Blue Moon Nights", e il live Premonition (Reprise, 1998) lo riporteranno un'altra volta in auge.

(Andrea Amandolini)

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