Prima di diventare la star planetaria degli anni ’80 era più semplicemente il batterista dei Genesis, storico e amato gruppo della scena Pop inglese. Quando se ne andò il leader, Peter Gabriel, nel ’75, mi sarei sparato. E ascoltando il nuovo LP tremavo al pensiero che non mi piacessero più: invece,guarda un po’, restai sbalordito perché tutto mi sembrava assolutamente identico a prima. Bene.Questo cantava come quello, pure il timbro della voce pareva lo stesso. Le composizioni e gli arrangiamenti del gruppo, che erano evidentemente la loro vera forza, rimaneva intatta.
Poi, dopo un paio di dischi, cominciarono a cercare la strada delle canzoni, la magia finì e la macchina da guerra dei Genesis si sgonfiò come un palloncino. Forse per questo, o forse perché mirava a gloria personale, Phil Collins si buttò nella carriera da solista. E fece un paio di dischi tipo…mò ve lo faccio vedè io, con la sezione dei fiati degli Earth Wind & Fire e un sacco di altra gente titolatissima. Boh, a me non diceva granchè, ma si vede che a tutto il pianeta gli diceva un sacco di cose, perché ha fatto veramente Boom. I singoli di successo erano In the air tonight “You can’t hurry love” e poco dopo uscì con splendide canzoni:”Take a look at me now” (dal film Again all odds) Again all odds come anche la bella Another day in Paradise e ancheEasy lover
la bella Di colpo eccolo in tutte le occasioni più roboanti del pianeta, anche nelle accozzaglie di star delle manifestazioni benefiche degli anni ’80, tanto care a tutti. E poi eccolo anche attore e produttore, insomma, tutto quello che tocca diventa oro.Però io, quando l’ho rivisto coi Genesis qualche anno dopo in un concerto a Roma, dove suonava, cantava e ballava, mi è venuta una tristezza incolmabile.
Non vi faccio ascoltare altro di lui. Tanto prima o poi lo rivediamo in qualche altro show stellare.
(Federico Capranica)