Stefania Calandra dice che gli anni '70 sono memorabili. Lo dice dal 1980. A me, che in quegli anni facevo il liceo, mi sembravano una chiavica. Ma forse, pensandoci bene, la musica in quel decennio, ha prodotto parecchia roba buona.
Al tempo impazzivo per il Pop inglese. Il Pop è una definizione incasinatissima: dentro al Pop c'è praticamente di tutto. In America per "genere Pop" si intende Sinatra, in Italia, oggi, può essere Cristicchi, in Inghilterra poi, boh. Insomma, un casino. I giornalisti che scrivono di musica, hanno creato un miliardo di definizioni, ma su questa non sono riusciti a sbrogliare il casino.
Il Pop inglese degli anni '70 era una cosa precisa: EL&P, Pink Floyd, Genesis, Yes, King Crimson, Gentle Giant, Jethro Tull.
Musicalmente erano canzoni e, a seconda dei gruppi, un po' più rock o un po' più celtiche, ma comunque con un denominatore comune: la struttura dei brani. Diciamo che, dopo l'esposizione del tema, partiva uno sviluppo molto complesso, in genere strumentale,con interventi di cori e con assoli e parti musicali concordate che finivano per ricondurre nuovamente al tema, fino alla fine,da parte della voce solista. Un po' alla maniera operistica o sinfonica ottocentesca.E infatti alcuni musicisti erano di estrazione classica e si sente. Comunque il tono generale era il Rock. Insomma, molto fico.
E in Italia? In Italia, ovviamente, si copiavano i gruppi inglesi. Nacquero però buone formazioni: il Banco del mutuo soccorso, la Premiata Forneria Marconi, il Rovescio della medaglia, le Orme. Che nomi, eh? Era una gara a chi aveva il nome più strano. La PFM seguiva le orme dei Jethro Tull e degli Emerson Lake & Palmer.Con derivazioni musicali celtiche e antiche popolari inglesi. Che, a dire il vero, non si capiva bene, da dove gli venisse fuori, visto che erano tutti italianissimi. Comunque questi suonavano molto bene. La voce era un po' una mezza cosa, i testi abbastanza orripilanti. Però ritmica e solisti erano una forza.
Il loro brano più famoso era questo:Impressioni di settembre Ah, sì, anche E Festa
E, a riprova di quello che dicevamo prima, la cosa più interessante del brano era proprio la frase strumentale: non a caso, ascoltando la frase del sintetizzatore si avverte l'influenza che hanno esercitato su di loro proprio gli EL&P.
Da allora hanno fatto un po' di altri LP (allora non c'erano i CD), con successo non proprio devastante, ma con discreto seguito dal pubblico.Poi una tournèe negli USA, che i giornalisti italiani pomparono come un trionfo assoluto.
Secondo me, non se li sono coperti granchè, tanto è vero che sono tornati subito in Italia e hanno continuato a fare concerti qui, fino a che sono quasi scomparsi.Si sono reinventati a un certo punto, accompagnando De Andrè in una tournèe fortunata e in un disco di discreto successo.Dopo di che? Boh... Ognuno per conto suo.
Nel 2006 un ritorno come autori del musical "Dracula". Stessa storia di sempre, arrangiamenti molto ben fatti, temi musicali così così. Anzi un così solo. I testi roba da spararsi.
Alla fine, di loro, rimane il ricordo di una stagione comunque felice che valeva la pena di essere vissuta.
Forse aveva ragione Stefania Calandra. Soprattutto se pensiamo a che razza di chiavica furono poi gli anni '80 e '90.
(Federico Capranica)