Dicitencello vuje (Diteglielo voi) è una canzone napoletana scritta nel 1930 da Rodolfo Falvo (musica) ed Enzo Fusco (testo).
E' la disperata dichiarazione d'amore di un uomo nei confronti della donna amata, resa in maniera indiretta. L'uomo infatti parla rivolgendosi ad un'amica dell'amata, e riferendosi alla donna desiderata con l'appellativo "cumpagna vosta" (vostra amica). L'uomo le chiede di riferirle che per lei ha perso il sonno e la fantasia ("aggio perduto 'o suonno e 'a fantasia"), che la passione "più forte di una catena" ("è na passione, cchiù forte 'e na catena") lo tormenta e non lo fa più vivere ("ca mme turmenta ll'anema... e nun mme fa campá").
Soltanto nell'ultimo verso del brano il protagonista confessa di amare in realtà, la sua interlocutrice e quando vede una lacrima sul suo volto ("na lacrima lucente v'è caduta") le dice che è proprio lei la donna che ama ("levammece sta maschera, dicimme 'a verità", togliamoci questa maschera, diciamo la verità).
Tanti artisti l'hanno cantata nel passato. Ovviamente da Roberto Murolo, ma anche artisti stranieri cone Dean Martin o Nina Simone. Nel '74 ebbe molto successo una versione di Alan Sorrenti.
Quest'arrangiamento è del M° Gianfranco Lobardi ed è cantata da Della Valle.
dicitencello vuje voce uomo baritono.mp3
