Senza perdermi in giri inutili di parole come dice il mio amico Federico, vi dico che
il canto è basato su una corretta respirazione, impostata a sua volta sul giusto utilizzo del diaframma, una formazione membranosa a struttura muscolare e tendinea, che separa la cavità toracica da quella addominale; nell’uomo ha forma di cupola a convessità superiore.
Da qui deduciamo che l’apparato vocale è alle dipendenze della respirazione, per cui la respirazione e la voce sono tra loro intimamente legate, e correlate da organi comuni.
Che vuol dire respirare? Sfatiamo il mito del cantante ignorante, dato che si tratta dell’esemplare più in gamba nella specie dei musicisti, infatti produce suono solo con il suo corpo senza ausilio di altri strumenti !!!
Per respirazione si intende, assumere aria dal naso, ed eliminare anidride carbonica e piccole particelle di vapore acqueo, attraverso i polmoni.
Per i cantanti, parliamo di respirazione controllata, usata nel canto e nella recitazione attraverso il diaframma.
La respirazione si avvale di due movimenti:
inspirazione, per mezzo della quale portiamo aria nei polmoni;
espirazione, che permette ai polmoni di rigettare l’aria fuori dal corpo.
Per una corretta inspirazione la posizione del corpo deve essere eretta, la testa alta, le spalle
abbassate in maniera rilassata, il petto in fuori ma non la pancia in dentro e un buon appoggio su ambedue le gambe, il tutto senza rigidità di posa militare, ma con un atteggiamento di tranquillità e benessere psicologico. Insomma veramente difficile la prima volta ma poi diverrà una passeggiata di salute, come fare yoga.
Poi con un movimento lento e regolare si riempia di aria l’addome. Appena cominciato questo movimento, i polmoni andranno sempre più dilatandosi finché non saranno colmi d’aria e con la naturale contrazione del diaframma anche la fascia addominale bassa sporgerà all’esterno. Affinché l’aria possa penetrare nei polmoni, bisogna che le costole si dilatino ed il diaframma si abbassi.
Se questa operazione è lenta e graduale, i polmoni potranno contenere per lungo tempo e senza disagio l’aria inspirata cioè andare in apnea per l’appunto trattenere il fiato. Se invece il movimento è veloce o affannoso sarà a mezzo respiro e di scarsa efficacia.
I polmoni, costituiti da masse spugnose ed elastiche, in questa fase si comportano come il mantice di un organo, che somministra il vento necessario alle vibrazioni sonore. I polmoni in questa fase, hanno bisogno che le pareti del petto ossia le costole si dilatino. Questo allargamento si attua attraverso i movimenti delle costole, che costituiscono la gabbia toracica, per cui: se innalziamo le costole superiori avremo la cosiddetta: respirazione costale clavicolare (dannosa al canto), insomma respirazione alta che ti dà un’autonomia di fiato pari a zero, per le necessità di un cantante; invece se dilatiamo le costole inferiori, (più vicine agli addominali), avremo la cosiddetta respirazione costo-diaframmatica.
Per cui in questo sistema motorio, necessario ai cantanti, gli elementi costitutivi sono:
diaframma, costole inferiori, muscoli addominali bassi (muscolatura pelvica); concorre a questo aumento di capacità, con il suo comprimersi, anche il diaframma, attraverso una tensione della muscolatura pelvica paragonabile all’istinto di compressione della vescica.
Il meccanismo dell’espirazione è inverso a quello dell’inspirazione, infatti consiste nell’operare per mezzo dei muscoli addominali e del diaframma, una lenta e graduale pressione sui polmoni pieni di aria. Perché alle volte ci sono suoni calanti o crescenti?
Si pensi che qualsiasi scossa diaframmatica, o colpi di petto, ci farebbero perdere fiato e produrrebbero suoni crescenti che sfuggono al nostro controllo. Invece un carente sostegno dei muscoli addominali ossia un pessimo appoggio del diaframma, produrrebbe suoni calanti.
Infatti i polmoni, masse spugnose ed inerti, sono avvolti da una specie di cono (torace), alla cui base c’è il diaframma, In fase di espirazione il diaframma che ha subito una compressione verso il basso, ritorna nella posizione d’origine, supportato da una graduale distensione della muscolatura addominale bassa, e giungendo a un ripristino della posizione d’origine del torace stesso che in fase di inspirazione aveva subito una dilatazione. In questa fase avviene l’emissione vocale.