Il termine “basso”, può essere riferito al timbro vocale, che risulta scuro, cupo, caldo e misterioso…o al cantante stesso che ha questo colore di voce.

In natura esistono diverse tipologie di bassi che si differenziano tra loro per sfumature particolari, che cercheremo di descrivere in modo chiaro.

Basso profondo (o drammatico)

La sua caratteristica è quella di possedere un volume ed un' estensione notevole verso le note basse, si pensi al basso russo, adatti ad eseguire un certo tipo di repertorio, come le opere di Verdi che sembrano scritte per  ruoli esclusivamente da basso profondo, come il grande inquisitore, Silva, Fiesco.

Il basso profondo possiede un vasto repertorio di compositori famosi come: Giacomo Puccini (1858-1923), Gaetano Donizetti (1897-1848), Vincenzo Bellini (1801-1835) e altri ed  esegue quasi esclusivamente opere drammatiche, fatta eccezione per alcuni ruoli come: Don Basilio ne "Il Barbiere di Siviglia" di Gioachino Rossini.

Basso profondo o serio o “reale” ideale per ruoli drammatici. Spesso gli sono affidate parti dal carattere solenne e importante, ideale per impersonare un gran sacerdote, o parti da vecchio, da padre, da saggio, o personaggi cattivi,  più affidati ai baritoni.

Basso cantabile

Ha la caratteristica di una voce un po' più chiara rispetto al basso profondo. Spesso lo troviamo in alcune opere di Bellini come "La Sonnambula", "Norma", "Capuleti e Montecchi", "I Puritani",diciamo un basso “cantante” per un ruolo in cui il canto si svolge con piena dignità.

Ma anche in alcune opere di Donizetti ("Anna Bolena" e "Lucia di Lammermoor"), di Verdi e in altre di autori antecedenti come Gluck e Cherubini, la corda del basso cantabile si distingue per il fraseggio: cioè per la capacità di rendere interpretativamente valido e toccante un brano musicale.

Quindi spesso troveremo opere con un numero elevato di legati, come due o più note legate fra loro che formano un suono più omogeneo e compatto. Ad  esempio: l'aria "Vi ravviso, o luoghi ameni" dalla "Sonnambula" di Bellini.

Basso Leggero o Basso Buffo

Oggi è un termine poco usato: generalmente un basso leggero viene comunemente chiamato basso buffo. Tra i bassi, è nota la distinzione del "basso parlante", tipico dell'opera buffa, per i personaggi un pò goffi e ridicoli.

Al basso buffo vengono affidate parti comiche, in quanto la voce leggera si adatta di più alle parti musicalmente più ardue e ricche di agilità, gorgheggi, trilli ed altri abbellimenti rispetto alle parti drammatiche.

Il basso buffo acquista importanza vitale grazie al più grande compositore di opere comiche mai esistito, Gioacchino Rossini (1792-1868), in opere come: "Il barbiere di Siviglia","Cenerentola", "Italiana in Algeri", "Turco in Italia".

Ma il basso buffo lo possiamo trovare anche in opere drammatiche come "La forza del Destino" di Verdi dove Fra Melitone  rappresenta per il pubblico una sorta di tregua e respiro, per le vicende molto tragiche che offre il capolavoro verdiano, che si conclude con la morte di due personaggi.

Basso Baritono

Denominazione usata solo da circa trent'anni, quindi molto attuale. Corda vocale piuttosto rara, in grado di affrontare ruoli sia da basso che da baritono, dato che l' ampia  estensione lo permette. Infatti, analizzando per un attimo le corde vocali del basso-baritono, si nota che hanno una base larga, e verso l’alto si restringono, cosa che non avviene negli altri timbri vocali.

Celebri esempi come Samuel Ramey, Ruggero Raimondi, Bruno Praticò ci hanno dato prove vocali eccellenti. Ruoli espressamente per basso-baritono sono: Leporello in 'Don Giovanni", il Conte ne “Le nozze di Figaro”, Don Pasquale nel "Don Pasquale"e così via, ed anche altre opere  si adattano bene a questo particolare timbro vocale di basso-baritono, come:"Nozze di Figaro", "Don Giovanni,"Così fan tutte", "Flauto magico"  che Mozart  scrisse sia per bassi che per baritoni dato che a quei tempi  non esisteva la corda del basso-baritono.

Un esempio chiaro di tessitura per basso-baritono lo troviamo nell'opera "Attila" di Giuseppe Verdi, di stampo drammatico con una vocalità molto acuta, ma che in alcuni episodi diviene di tessitura molto grave.

A causa della rarità di questo timbro vocale, l'opera capolavoro di Verdi viene oggi poco  rappresentata e le migliori interpretazioni ci sono pervenute da memorabili incisioni di cantanti del calibro di Nicola Ghiaurov, Ruggero Raimondi, Samuel Ramey e Simone Alaimo .

Basso Brillante

Secondo Puccini, abbiamo anche la distinzione del ruolo di basso brillante, con un particolare squillo metallico che differenzia una vocalità estesa verso i bassi ma che possiede un carattere tratteggiato in modo forte, spiritoso o comunque un carattere di spicco nell’opera, infatti così vuole il ridicolo Geronte della  sua Manon Lescaut, ma così si usa intendere anche il Benoit e l'Alcindoro della Bohème. .

(Ida Decenvirale)

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